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Scambio virtuale Erasmus+

La Commissione europea ha lanciato ieri lo scambio virtuale Erasmus+, un progetto volto a promuovere il dialogo interculturale e a migliorare le competenze di almeno 25.000 giovani attraverso strumenti di apprendimento digitali nel corso dei prossimi due anni. Il progetto coinvolge i 33 paesi del programma Erasmus+ e la regione del Mediterraneo meridionale, comprendente Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Palestina (tale designazione non si intende come riconoscimento di uno Stato di Palestina e lascia impregiudicate le singole posizioni degli Stati membri sulla questione), Siria e Tunisia.

La versione online di Erasmus+ integrerà il programma di mobilità fisica tradizionale e potrebbe in futuro essere estesa ad altre aree geografiche. Lo scambio virtuale Erasmus+ metterà in contatto giovani, animatori giovanili, studenti e accademici dei paesi europei e del vicinato meridionale dell’UE attraverso dibattiti moderati da facilitatori, gruppi di progetto transnazionali, corsi e formazioni professionali online aperti. Per esempio, giovani di vari paesi potranno collegarsi una volta alla settimana per discutere argomenti come lo sviluppo economico o i cambiamenti climatici, con l’aiuto di materiale preparatorio che sarà stato preventivamente distribuito e assistiti da un moderatore.

Tutte le attività si svolgeranno nel quadro di programmi di istruzione superiore o progetti organizzati per i giovani. Nella fase preparatoria, lo scambio virtuale Erasmus+ ha suscitato l’interesse delle università e delle organizzazioni giovanili e sono stati già conclusi 50 partenariati e formate 40 persone per la moderazione dei dibattiti. I contatti e gli scambi con coetanei che vivono all’estero sono una grande opportunità per acquisire nuove conoscenze e competenze e per rafforzare la tolleranza e l’accettazione reciproca. Lo scambio virtuale promuove il dialogo interculturale tra i giovani, in linea con la dichiarazione di Parigi concordata in occasione della riunione informale dei ministri dell’Istruzione nel marzo 2015. La dichiarazione mira a promuovere la cittadinanza e i valori comuni della libertà, della tolleranza e della non discriminazione attraverso l’istruzione.

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